Obbligazioni - Livello base
Il laddering è una strategia di gestione e ottimizzazione del portafoglio obbligazionario a tasso fisso (il classico BTP o la classica obbligazione bancaria con cedola x%) che mira principalmente a gestire e eventualmente mitigare il rischio “tassi”, ossia il rischio di vedere variare il valore di propri asset di debito al variare delle aspettative sui tassi di interesse.
Può essere un approccio molto semplice, alla portata del risparmiatore “retail”, ma può essere una base di lavoro anche per approcci più complessi e articolati.
Qui vediamo una versione base del laddering, adatto a tutti, che ben si adatta, per esempio, al classico investimento in titoli di stato.
Quando si investe in obbligazioni a tasso fisso (sia con cedola che zero coupon), i tassi di interesse possono avere un impatto significativo sul valore di mercato di questi strumenti finanziari. Se i tassi di interesse salgono, il valore delle obbligazioni esistenti tende a diminuire. D'altra parte, se i tassi di interesse scendono, il valore delle obbligazioni esistenti tende a salire.
La strategia di laddering prevede la suddivisione del proprio capitale in obbligazioni in diverse scadenze, creando una scala (“ladder”) di maturità.
La versione più “stringente” e “ortodossa” della strategia di laddering è allocare gli investimenti in modo uniforme su obbligazioni con scadenze distribuite lungo una gamma di periodi temporali. Ad esempio, anziché investire l'intero importo in obbligazioni con scadenza a 5 anni, si potrebbe dividere l'investimento in obbligazioni con scadenza a 1-2-3-5-7-10 anni.
Sia il flusso cedolare che il rimborso del capitale dei titoli a scadenza possono essere reinvestiti in obbligazioni scadenze successive (e spesso con rendimenti più alti).
Questa flessibilità consente agli investitori di adattarsi alle condizioni di mercato in evoluzione e ridurre il rischio associato ai cambiamenti dei tassi di interesse.
In sintesi, la funzione principale del laddering nelle obbligazioni è quella di fornire una gestione attiva del rischio di tasso di interesse, mediante il controllo della duration media ponderata del portafoglio.
Un non secondario vantaggio della strategia di laddering è fornire una fonte regolare di liquidità. Sia perché questa è una delle caratteristiche generali degli investimenti in titoli di debito che pagano cedole periodiche, sia perché man mano che le obbligazioni giungono a scadenza, gli investitori possono recuperare anche lo stock di capitale, eventualmente anche per esigenze particolari di spesa che possono sorgere nel corso della vita. Quindi non è solo una strategia per in controllo del rischio tassi, ma anche un approccio alla proprie esigenze finanziarie ed economiche nella vita di tutti i giorni.
Per concludere un laddering richiede una gestione non totalmente passiva, ma comunque poco attiva del portafoglio, ma non necessariamente particolarmente discrezionale. Gli investitori devono solo monitorare le scadenze delle obbligazioni e procedere a reinvestire i flussi di cassa.
Volendo attuare una gestione più dinamica e discrezionale, che vada oltre il controllo della duration, si potranno implementare strategie un po’ più articolate, mescolando alcune delle caratteristiche chiave delle versione più ortodosse del laddering con altre più da trading. Questo approccio, che personalmente prediligo, lo chiamo “Laddering spurio”.
Ciao Alex, molto interessante, per un portafoglio "lazy" le ritengo molto valide queste soluzioni. Ho due domande:
1. dici che le cedole spesso si reinvestono a rendimenti piu alti, ma in una situazione come abbiamo adesso non è vero il contrario? O meglio, avendo i tassi che probabilmente scenderanno nel breve futuro, i reinvestimenti non avverrebbero a rendimenti piu bassi?
2. Bond ladder, solo con titoli di stato o anche mixando corporate?