A Ray Kroc, “fondatore” della McDonald’s corporation, è attribuita la frase: “McDonalds non opera nel business dei panini, ma della proprietà immobiliare“
Oltre che a riportare una realtà fattuale, la frase costituisce una prospettiva con la quale è utile analizzare molte aziende, soprattutto quelle più grandi; comprendere se abbiano possibilità di modificare ed evolvere il loro business model, e, cosa ancora più interessante, se lo stesso sottenda a business model non evidente nella loro natura ma fondamentali nella struttura e, conseguentemente, nelle performance, dell’azienda
Tesla ha investito considerevolmente negli ultimi mesi nell’intelligenza artificiale, volendosi collocare come un potenziale attore di punta nel settore
Esaminiamo, in primis, le premesse:
Tesla ha comprato un quantitativo ingente (si parla di oltre 10mila) schede Nvidia H100. Si tratta del miglior package attualmente disponibile per l’AI generativa, in specie in campo linguistico e visuale. Tale investimento è stato volto alla creazione di Dojo, un super-computer per processare la monumentale mole di dati che le vetture Tesla inviano al HQ per migliorare la guida autonoma
Tesla si è resa indipendente da Nvidia per quanto concerne i chip a bordo delle sue vetture. Si è passati ad una configurazione a 4 chip Nvidia ad una con 2 chip proprietari Tesla manufatti da TSMC (anche se si vociferano un passaggio a Samsung, sul quale ho forti perplessità)
Tesla dovrebbe avere in fase di produzione (stampa litografica) un nuovo chip, denominato D1, con il quale costruire un super-computer da affiancare a Dojo. L’utilizzo di questo super-computer non è attualmente chiaro: potrebbe essere utilizzato per Grok, l’AI che Elon Musk vuole usare su Twitter (lo dubito, Grok AI esisteva già ben prima del super-computer); o per svolgere studi paralleli a quelli eseguiti sul Dojo-Nivida based
Ora che abbiamo le premesse, possiamo porci delle domande: Tesla può divenire un competitor di Nvidia nel campo dei chip per l’AI? Vediamo:
Tesla ha la design-capacity per chip dedicati alla A1 di ultima generazione, il D1 ne è una prova
MA
Non sappiamo come questo chip si comporta
Non sappiamo quanto facile sia spremere da questo chip potenza computazionale. Il fatto che Nvidia stia divenendo uno standard di fatto, rende i suoi chip, sia l’A100 che il H100, noti alla stragrande maggioranza degli sviluppatori di AI. Come è più facile trovare un pianista che un organista, un chip meno noto è più difficile da utilizzare e può rallentare, notevolmente, o anche fatalmente, il progresso nel settore AI di un’azienda che voglia investire in esso (e sopratutto i newcomers o early adopters pagano il prezzo più alto)
Ne consegue che:
È improbabile che Tesla voglia e possa rivaleggiare con Nvidia sul settore dei chip per AI; al contempo:
Tesla vuole rendersi il più indipendente possibile da Nvidia per la creazione di super-computer; così come ha fatto per i chip a bordo delle sue auto. Questo è molto sensato, in quanto Tesla, rispetto a tutti gli altri car makers ha una mole di dati con i quali alimentare le AI enorme. Essere dipendente da Nvidia per la creazione di super-computer che analizzino tali dati è quindi un bottleneck per un’integrazione verticale, che solo Tesla ha. È un caso di vantaggio competitivo come citato originariamente da Porter (lo specifico perché ormai ci sono più utilizzi errati del concetto di vantaggio competitivo a giro che crop sweaters)
Tesla potrebbe sfruttare in modo tattico un eventuale surplus di chip, aggirando le sanzioni verso la Cina, sfruttando la sua Gigafactory3 in loco. In termini economici il vantaggio sarebbe probabilmente esiguo, ma in termini di relazione con il PCC potrebbe essere una valuta pregiata
Conclusioni
Does the Dojo have the Mojo ovvero Tesla sta facendo bene ad investire in chip per AI: probabilmente sì, ma non per la ragione che si pensa. Il principale interesse di Tesla è essere indipendente (da Nvidia) in un’integrazione verticale tra dati e AI, trasferendo un vantaggio competitivo in potenza (dati) ad uno in atto (miglioramento della guida autonoma)
Tesla è un potenziale competitor di Nvidia, nel breve periodo? probabilmente no, come delineato sopra, la larga adozione di Nvidia e la sua comprovata qualità e performance costituiscono una barriera all’ingresso molto alta per competere, e Tesla non ha probabilmente interesse nell’investire molto per superare detta barriera (e trovarsi poi in un red sea)
Nvidia verrà danneggiata dalla strategia di Tesla? probabilmente no, se non in modo quasi impercettibile. Sono pochissime le aziende che hanno la possibilità economica ed un vantaggio concreto nello svilupparsi un proprio chip (di norma è una very bad idea, ma awfully bad, tipo indossare le Crocs, si veda GoPro corporation) e se Tesla venderà il suo chip lo farà in modo tattico e per ragioni non economiche ma politiche e con volumi che non intaccheranno Nvidia
Per oggi è tutto, commentate, seguitemi su Twitter (@Blair_D_Waldorf) e per nessuna ragione al mondo indossate delle Crocs
XoXo
La vôtre,
Blair
PS: For whom it may concern: non ho OnlyFans. Ancora. Forse.
Crocks. Meglio passeggiare con le pinne che con le Crocks